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Anite di Tegea

24/06/2022 By carlaita

collettivo culturale tuttomondo Anite di Tegea

Anite di Tegea epigrammi cctm poesia a noi piace leggere

Siediti sotto le belle e verdeggianti foglie di quest’alloro
e attingi dalla dolce acqua della sorgente della stagione,
affinché le tue membra, logore per le fatiche estive,
lambite dal vento di Zefiro ristorino.
_

Anite di Tegea

da Antologia Palatina, VII, 490

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opera: John William Waterhouse, Ophelia, 1889

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Anite di Tegea (Tegea, fine del IV secolo a.C. – III secolo a.C.) è stata una poetessa greca antica.

Di lei ci restano 21 epigrammi, giunti a noi perché compresi in quel ricchissimo repertorio del genere che è l’Antologia Palatina: essi vertono su diversi argomenti, e sono caratterizzati da una genuina effusione della sensibilità e da una partecipazione simpatetica alle minute vicende che immortalano: ma ciò non significa che l’ispirazione di Anite sia esile, perché questa autrice sa entrare nel cuore delle vicende, anche se piccole e quotidiane.

Gli Epigrammi di Anite si concentrano sulle piccole cose di ogni giorno: un capro con cui i bambini giocano, dopo averlo adornato di briglie di porpora, un epitaffio per una cavalletta e per una cicala cui Mirò, una bambina, fece una tomba comune, la sepoltura per un cavallo, meneidaios, “valoroso in battaglia”, un augurio di buon riposo a un viandante che può ristorare il corpo stanco sotto verdi fronde nella calura infuocata. Tutte situazioni molto semplici, che Anite sa immortalare con accuratezza e precisione.

Il poeta greco del I sec. a.C., Antipatro di Tessalonica, nel Proemio della sua opera – anch’esso contenuto nell’Antologia Palatina -, le ascrisse un epiteto destinato a diventare più che singolare: «Omero donna».

_

cctm.website

Sebbene la nostra conoscenza di Anite sia limitata – per forza di cose – ai soli epigrammi, già la Palatina stessa le ascrive in più occasioni l’epiteto di «compositrice di canti (μελοποιός)», che rinvia strutturalmente al termine μέλος (lett. “canto”), con il quale si identificano i canti melici. Pertanto, ella non compose soltanto epigrammi, ma altresì liriche, delle quali nulla però si è
conservato.

 

Archiviato in:donne, grecia, poeti

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