collettivo culturale tuttomondo Andrea Pazienza Ma sono stanco
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Ma sono stanco,
stanco di queste menate,
stanco di questo modo che avete di dare carta bianca,
stanco di queste scale che c’è chi scende e c’è chi sale,
non c’è una cosa che potrei dirti senza apparire banale,
non c’è gesto che mi sia consentito fare,
ora che il tuo amore è morto.
Ma vorrei riuscire a ricordare come ti chiami,
potrebbe aiutarmi a ricordare come mi chiamo io.
E faccio fatica a parlarti…
E non ce la faccio a rincorrerti…
Dover spiegare, spiegare, spiegare cercando di essere convincente
Dover recitare, hay, facendo lo slalom tra il già detto, l’indicibile e la sciocchezza.
Uff, come sono stanco, come sono stanco di queste menate…
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Andrea Pazienza
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foto: Andrea Pazienza
Andrea Pazienza nasce a San Benedetto Del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, il 23 maggio del 1956
La frequentazione degli ambienti universitari, specie degli studenti fuorisede che si raccolgono a Bologna da mezzo Paese, sarà però il brodo primordiale da dove prenderà la maggior parte dell’ispirazione artistica. Quel mondo caotico e scalcinato fatto di politica ed esplorazioni sessuali, discussioni interminabili e pasti saltati diventa la scenografia all’interno della quale Andrea muove i suoi personaggi.
L’Italia si accorge di lui nel 1977, quando la rivista Alter Alter pubblica “Le straordinarie avventure di Pentothal”. E’ un successo inatteso e clamoroso, Pazienza diventa il punto di riferimento del Movimento studentesco bolognese che si riconosce in quelle tavole e stringe amicizia con i principali artisti della scena fumettistica di quegli anni.
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