cctm collettivo culturale tuttomondo Octavio Paz L’amore ci sospende
L’amore ci sospende, ci strappa a noi stessi e ci proietta nello strano per eccellenza: un altro corpo, altri occhi, un altro essere. E solo in quel corpo che non è il nostro e in quella vita irrimediabilmente estranea, possiamo essere noi stessi.
Octavio Paz
da L’arco e la lira, Il Nuovo Melangolo, 1991

immagine dal web
Octavio Paz (Città del Messico, 1914 – Città del Messico, 1998) è stato un poeta, saggista e diplomatico messicano, Premio Nobel per la letteratura nel 1990.
È considerato uno fra i poeti di lingua spagnola più importanti della seconda metà del Novecento, assieme a Juan Ramón Jiménez, Vicente Huidobro, César Vallejo e Pablo Neruda.
È vissuto in Spagna per lungo tempo, sotenendo la lotta dei repubblicani contro il franchismo. In seguito prenderà le distanze dal comunismo.
Poi visse in Francia, dove si avvicinò al surrealismo. Durante il soggiorno in Francia lavorò con André Breton e Benjamin Péret.
Nel 1945 Paz entra nel servizio diplomatico messicano. Sono gli anni in cui scrive “Il labirinto della solitudine”, un saggio sull’identità e sulla cultura messicane.
Si lega ad Elena Garro, che sposa e dalla quale ha una figlia. Viene nominato ambasciatore in India nel 1962. Lascia l’incarico nel 1968, in seguito al cosiddetto “Massacro di Tlatelolco”.
Nel 1956 vince il Premio Xavier Villaurrutia e nel 1981 il Premio Cervantes lo consacra definitivamente come uno degli autori più importanti della seconda metà del Novecento.
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