collettivo culturale tuttomondo Beatrice Orsini (Italia)
di Beatrice Orsini (Italia)
Mi sono finta a lungo un animale domestico
che vive di poco, nell’immaginario di un recinto:
cane, pesce rosso, canarino,
anche un roditore, all’occorrenza.
Saltavo la corda all’ora convenuta mostrando
di me un volto compiaciuto. Ero brava
nell’arte dell’inganno.
Mi sono finta a lungo un animale domestico.
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da Anche l’acqua ha sete, Controluna, 2018
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opera: Inga Ivanova
Beatrice Orsini nasce in provincia di Varese nel 1976, dove vive e ha famiglia.
Dopo aver svolto studi universitari in campo umanistico, collabora in qualità di consulente presso servizi che si occupano di minori e famiglia per diversi Enti Locali. Oltre la scrittura, tra le sue passioni ed interessi si annoverano la body art, le arti visive e la fotografia.
“L’essere umana è, suo malgrado, abitato dal linguaggio, prima ancora che lo sappia padroneggiare o pronunciare, e ne è, pertanto, asservito. Ma nel momento in cui lo mette al servizio della poesia deve poterlo reinventare. Non ci sarà mai una parola che dica, una volta per tutta, l’esperienza che patiamo e che ci attraversa, ma non possiamo fare a meno di continuare a cercare di dirla (questo il senso dei versi da te citati). E per dirla occorre, in un certo senso, prima distruggere il linguaggio nel suo uso convenzionale, ma proprio per quello quasi svuotato di verità soggettiva, per poi ricostruirlo in una maniera più rispondente alla singolarità dell’autore, sfruttando tutte le sue componenti: fonetiche, simboliche, semantiche e così via. A mio parere, la poesia non ha come posta in gioco una verità universale; la verità è sempre singolare, soggettiva, persino precaria (perché è la verità del dire di quel momento), anche se nell’incontro con un lettore può fungere da cassa di risonanza, così che, chi legge, ritrova qualcosa della propria esperienza nel dire di un altro sconosciuto.”
Beatrice Orsini
Mi sono finta a lungo un animale domestico