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Il Visconte di Valmont alla Presidentessa di Tourvel

23/08/2022 By carlaita

collettivo culturale tuttomondo Il Visconte di Valmont alla Presidentessa di Tourvel

XLVIII – Il Visconte di Valmont alla Presidentessa di Tourvel
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Dopo una notte tempestosa, durante la quale non ho chiuso occhio, passando continuamente dall’angoscia di una passione divorante al totale annullamento delle mie facoltà, vengo a cercare accanto a voi, Signora, quella calma di cui ho bisogno e che tuttavia non spero di poter godere ancora.
Infatti la situazione in cui mi trovo, mentre vi scrivo, mi fa capire più che mai la forza irresistibile dell’amore e mi è molto difficile conservare un sufficiente dominio di mestesso per mettere un po’ di ordine nelle mie idee; e già prevedo che non riuscirò a finire questa lettera e sarò costretto a interromperla. Allora, non posso dunque sperare che voi un giorno dividerete con me il turbamento che provo adesso?

Eppure sono sicuro che se lo conosceste, non restereste del tutto insensibile.

Credetemi, Signora, la fredda calma, il sonno dell’anima, immagine della morte, non portano affatto alla felicità; solo le passioni attive possono darla, e malgrado i tormenti che voi mi fate soffrire, credo di poter dire, senza paura di sbagliare, che in questo momento sono più felice di voi. Invano cercate di scoraggiarmi col vostro desolante rigore, ciò non mi impedisce affatto di abbandonarmi interamente all’amore e di dimenticare, nel delirio che mi procura, la disperazione in cui voi mi lasciate.

Voglio vendicarmi in questo modo dell’esilio a cui mi avete condannato.

Mai ho provato tanta gioia a scrivervi. Mai ho sentito un’emozione così dolce e al tempo così viva, in questa occupazione. Tutto sembra accrescere la mia passione: l’aria che respiro è piena di voluttà, lo stesso ripiano su cui vi scrivo, adibito per la prima volta a questo uso, diventa per me l’altare sacro dell’amore; come s’ammanta di bellezza ai miei occhi!
Avrò compilato su di esso il giuramento di amarvi sempre!

Perdonatemi, vi prego, la confusione dei sensi. Non dovrei forse abbandonarmi così a un ardore che voi non condividete. Bisogna che vi lasci un istante per dar sfogo a un’ebbrezza che aumenta a ogni minuto e diventa più forte di me.

Torno a voi, Signora, sempre con la stessa premura; ma la sensazione di felicità è fuggita lontano da me, lasciando il posto a quella delle crudeli privazioni.
A cosa mi serve parlarvi dei miei sentimenti se non riesco a convincervene?
Dopo tanti ripetuti sforzi la fiducia e la forza mi abbandonano; e se cerco di immaginare ancora i piaceri dell’amore, è solo per sentire più acutamente la nostalgia di esserne privato. Non vedo scampo che nella vostra indulgenza e capisco purtroppo chiaramente come ne ho bisogno, in questo momento, per sperare di ottenerla. Tuttavia mai il mio amore è stato più rispettoso e meno offensivo; oserei dire che è tale, che la virtù più severa non dovrebbe temerlo; ma sono io che ho paura di intrattenervi troppo a lungo sulla sofferenza che provo.

Sicuro come sono che chi ne è la causa non la condivide, non bisogna almeno abusare della sua bontà; e ciò accadrebbe se impiegassi altro tempo a rappresentarvi questa dolorosa immagine. Non ve ne sottraggo altro se non quello per supplicarvi di rispondere e di non dubitare mai della verità dei miei sentimenti.

Scritta da P…, datata Parigi, 30 agosto 17…

Il Visconte di Valmont alla Presidentessa di Tourvel

Choderlos de Laclos, Le relazioni pericolose, 1782  -frammento

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XLVIII  – El Vizconde de Valmont a la Presidenta de Tourvel

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Muy señora mía: Al salir de una noche tormentosa y durante la cual, no he cerrado los ojos; después de haber estado sin cesar, ya consumido en un fuego devorador, ya en un completo anonadamiento de todas las facultades de mi alma, voy a buscar cerca de usted una tranquilidad que llega a serme tan necesaria y de que sin embargo no espero poder aún gozar.

La situación en que me encuentro al escribirle me hace conocer más que nunca la fuerza irresistible del amor; tengo mucho trabajo en poseerme para poner algún orden en mis ideas y ya preveo que no podré acabar esta carta sin verme obligado a interrumpirla. ¿Y no he de poder esperar que un día experimente usted la agitación que siento este instante?

Me atrevo a creer que si usted la conociese bien sería tan insensible a ella.

Créame, señora; la fría tranquilidad sueño del alma, imagen de la muerte, no conducen a la dicha; pasiones activas pueden sólo verificarlo, y a pesar de los martirios que me hace sufrir, puedo asegurarle que en este momento más afortunado que usted. En vano me oprime con sus rigores excesivos; no me impiden éstos abandonarme enteramente al amor y olvidar, en medio del delirio que me causa, la desesperación que usted me condena.

De este modo quiero vengarme del destierro que me impone: jamás he tenido tanto gusto al escribirle; jamás he sentido durante esta ocupación una emoción tan dulce al que tan ardiente. Todo parece reunirse para aumentar mi delito la atmósfera que respiro está llena de voluptuosidad; la mesa que me sirvo, empleada por la primera vez para este uso, viera ser para mí un altar sagrado del amor.

¡Ah, cuánto más hermosa va a parecerme en adelante! Sobre ella habré trazado el juramento de amarla toda la vida. Excuse, le suplico, el desorden de mis ideas. Tal vez no debería abandonarme tanto a un amoroso arrebato que no comparto con usted; es preciso que la deje un instante para calmar un delirio que aumenta a cada momento y al que no puedo resistir.

Vuelvo a usted, dueña de mi vida, y siempre con igual ansia. Sin embargo la sensación de la dicha ha huido dejando en su lugar la de las privaciones más crueles. ¿De qué me sirve hablarle mis sentimientos si no hallo el medio de convencerla? Después de tantos esfuerzos inútiles la confianza y las fuerzas me abandonan; si me acuerdo aún de los placeresdel amor es para sentir más haberlos perdido.
No hallo remedio sino en su indulgencia, y en razón de cuánto la necesito espero conseguirla. Sin embargo, nunca ha sido más respetuoso mi amor; es tal, que la virtud más severa no debería temerle; pero temo yo mismo hablar a usted mástiempo del pesar que experimento. Estando seguro de que aquella que causa no lo sufre como yo, es preciso a lo menos no abusar de su bondad empleando más tiempo en renovarle esta imagen dolorosa.

La alargo sólo un instante para suplicar a usted que se sirva responderme y no dude jamás de la sinceridad de mis sentimientos. Il Visconte di Valmont alla Presidentessa di Tourvel

 

Escrita en P… con fecha de P…, a 30 de agosto de 17

 

 

Choderlos de Laclos, Las Amistades Peligrosas, 1782 – fragmento

traduzione dal web

opera: Valmont écrit à Mme de Tourvel entre les bras d’Émilie – Lavreince, 1788

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