cctm collettivo culturale tuttomondo Giovanni Giudici (Italia)
Deve essere stato l’abbaglio di un momento
un tac di calamita da una parola mia o sua.
E io che ci ricasco benché lo so come sono.
Ma ti amo – mi ha ripetuto e come faccio
a non riamarlo io che non chiedo altro.
Poi tutti a bocca aperta che uno come lui
con una come me che nemmeno col pensiero avrei osato.
Continuo a domandarmi come è possibile che.
Chissà cos’ha in mente chissà in me cosa vede.
Chissà cosa ama se pure ama.
Potrei supporre di non sapere come sono
e che anche lui si domandi come è possibile che.
Ma temo sia più vero quello che so di sapere
e lui se non oggi domani riaprirà gli occhi.
Forse ci sta già pensando a come cavarsene fuori
più avanti dei miei timori…
Non devo illudermi perché dopo sarà peggio.
Meglio dirglielo subito che se ha un sospetto è vero.
Che faccia conto sia stato come uno sbaglio al telefono.
Insomma niente – e che se vuole può andarsene
Giovanni Giudici
da Autobiologia, Mondadori, 1969 – Premio Viareggio
immagine dal web
Giovanni Giudici (Portovenere, 1924 – La Spezia, 2011) è stato un poeta e giornalista italiano.
Dopo un’infanzia vissuta tra la Liguria e Roma, studiò presso il collegio pontificio Pio X e si laureò in lettere, specializzandosi in letteratura francese. All’università si dedicò agli studi umanistici, lasciando medicina per coltivare la passione per la letteratura.
Cominciò la sua carriera come giornalista negli anni Quaranta, lavorando per testate importanti come “L’Umanità”, “L’Unità”, “Il Corriere della Sera” e “L’Espresso”. Divenne giornalista professionista all’inizio del 1948.
Nel 1953 esordì nel panorama letterario con la raccolta Fiorì d’improvviso. Seguono opere come La stazione di Pisa e altre poesie (1955), L’intelligenza del nemico (1957), L’educazione cattolica (1963), ma il successo e la consacrazione critica arrivano con La vita in versi nel 1965. Tra le sue raccolte successive, hanno particolare rilievo Autobiologia (1969, Premio Viareggio), O Beatrice (1972), Il male dei creditori (1977), Il ristorante dei morti (1981), Lume dei tuoi misteri (1984), Fortezza (1990), fino all’antologia Poesie. 1953–1990 (Garzanti), che raccoglie quasi quarant’anni di produzione poetica.
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cctm ma ti amo