cctm collettivo culturale tutomondo Norberto Bobbio (Italia)
La mitezza consiste nel lasciar essere l’altro quello che è. E’ il contrario della protervia e della prepotenza. Il mite non entra nel rapporto con gli altri con il proposito di gareggiare, di confliggere, e alla fine di vincere. Ma la mitezza non è remissività: mentre il remissivo rinuncia alla lotta per debolezza, per paura, per rassegnazione, il mite invece rifiuta la distruttiva gara della vita per un profondo distacco dai beni che accendono la cupidigia dei più, per mancanza di quella vanagloria che spinge gli uomini nella guerra di tutti contro tutti. Il mite non serba rancore, non è vendicativo, non ha astio verso chicchessia. Attraversa il fuoco senza bruciarsi, le tempeste dei sentimenti senza alterarsi, mantenendo la propria misura, la propria compostezza, la propria disponibilità. Ecco quel “potere su di sé” di cui abbiamo già sentito.
Il mite può essere configurato come l’anticipatore di un mondo migliore. Egli non pretende alcuna reciprocità: la mitezza è una disposizione verso gli altri che non ha bisogno di essere corrisposta per rivelarsi in tutta la sua portata. Amo le persone miti, perché sono quelle che rendono più abitabile questa “aiuola”, tanto da farmi pensare che la città ideale non sia quella fantastica e descritta sin nei più minuti particolari dagli utopisti, dove regna una giustizia tanto rigida e severa da diventare insopportabile, ma quella in cui la gentilezza dei costumi sia diventata una pratica universale.
Norberto Bobbio
da l’ Elogio della mitezza, Il Saggiatore, 2014
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immagine dal web
Norberto Bobbio (Torino, 1909 – Torino, 2004) è stato un filosofo, giurista, politologo e storico italiano, considerato uno dei maggiori pensatori contemporanei.
Nell’ambito della teoria generale del diritto si è impegnato in una ricostruzione e in un ripensamento del giusnaturalismo e del positivismo (Giusnaturalismo e positivismo giuridico, 1965). Nel campo degli studi politici, è stato autore di fondamentali saggi sui classici moderni (Da Hobbes a Marx, 1965) e sugli elitisti italiani (Saggi sulla scienza politica in Italia, 1969); è tornato più volte sul rapporto tra politica e cultura (Politica e cultura, 1955) e sulla democrazia (Il futuro della democrazia, 1984). La sua riflessione è ispirata all’esigenza di coniugare le istanze della libertà individuale con quelle dell’eguaglianza sociale (liberal-socialismo). Nel 1984 fu nominato senatore a vita.
Formatosi con Gioele Solari, ha insegnato filosofia del diritto nelle universìtà di Camerino (1935), Siena (1938), Padova (1940) e Torino (1948), dove poi ha insegnato filosofia della politica fino al 1984. Socio nazionale dei Lincei (1966); senatore a vita della Repubblica (1984); direttore della Rivista di filosofia.
La sua ampia produzione è complessivamente fedele ad una impostazione filosofica empiristica ed analitica. Nell’ambito della teoria generale del diritto si è impegnato nella critica al giusnaturalismo e nella costruzione di una scienza giuridica come sistema coerente: Scienza e tecnica del diritto (1934), L’analogia nella logica del diritto (1938), Scienza del diritto e analisi del linguaggio (1950), Studi di teoria generale del diritto (1955), Teoria della norma giuridica (1958), Teoria dell’ordinamento giuridico (1960). Con le sue opere dedicate ai problemi di filosofia politica ha insistito, in particolare, sulla necessità di elaborare una soddisfacente tecnica liberal-democratica della gestione del potere e sull’indipendenza degli intellettuali e della cultura dai partiti: i già citati Politica e cultura e Saggi sulla scienza politica in Italia (1969), Quale socialismo? (1976).
Infine la sua ampia produzione di storico è dedicata ad una esposizione critica del contributo offerto da alcuni pensatori del passato e a rilanciare alcuni esponenti, come per es. Cattaneo, abitualmente trascurati, della tradizione positivistico-empiristica nella cultura italiana del 19º e del 20º secolo: La filosofia del decadentismo (1944), Diritto e stato nel pensiero di Kant (1957), Locke e il diritto naturale (1963), Italia civile (1964), il già ricordato Da Hobbes a Marx, Una filosofia militante. Studi su Carlo Cattaneo (1971), Pareto e il sistema sociale (1973), Gramsci e la concezione della società civile (1976), Thomas Hobbes (1989). Tra gli ultimi suoi scritti: De senectute (1996), Elementi di politica (1998), Autobiografia (1999), Dialogo intorno alla Repubblica (2001). Tra i contributi redatti per l’Istituto della Enciclopedia Italiana: Eguaglianza (Enciclopedia del Novecento, vol. II, 1977, pp. 355-364); Giusnaturalismo e giuspositivismo (Enciclopedia delle Scienze Sociali, vol. IV, 1994, pp. 365-374); Intellettuali (Enciclopedia del Novecento, vol. III, 1978, pp. 798-808); Libertà (Enciclopedia del Novecento, vol. III, 1978, pp. 994-1006); Pace. Concetti, problemi e ideali (Enciclopedia del Novecento I Supplemento, 1989, pp. 812-824).
Antifascista e liberalsocialista, Bobbio prese parte attiva al movimento di liberazione dell’Italia e in seguito alla vita politica della repubblica, anche se non in modo diretto, interpretandone le caratteristiche in modo acuto e illuminante, tanto da essere considerato all’unanimità una personalità di riferimento nel dibattito culturale e politico dell’Italia contemporanea.
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