cctm collettivo culturale tuttomondo Marzia Migliora
Marzia Migliora (Alessandria, 1972) è un’artista italiana che utilizza un’ampia gamma di linguaggi, tra cui fotografia, video, suono, performance, installazione e disegno, per creare opere che elevano le più semplici attività umane a momenti in grado di raccontare stralci di storia collettiva.
Le tematiche ricorrenti nel suo lavoro sono la memoria come strumento di articolazione del presente e l’analisi dell’occupazione lavorativa come affermazione di partecipazione alla sfera sociale.
In trent’anni di lavoro, l’artista ha inoltre raccontato le dinamiche umane che hanno condotto ai paradossi capitalisti della produzione industriale come fenomeno estrattivo e divisivo delle comunità. Nel suo lavoro ha sempre cercato di contribuire alla riorganizzazione di un immaginario più comunitario, guardando alle minoranze e alle loro istanze, e rovesciando le incongruenze sociali e politiche attraverso molteplici dispositivi visivi che vedono come fondamentale la partecipazione attiva dello spettatore.
Negli anni più recenti le sue opere hanno accolto una prospettiva multispecie, inclusiva di prospettive animali e vegetali che contribuiscono a nuove e necessarie visioni in tempi di crisi climatica globale.
opera: Marzia Migliora, Lotta per l’esistenza, Struggle for Existence, 2025 – ubicazione: Arte Sella – Malga Costa, Villa Strobele
Marzia Migliora (Alessandria, 1972) is an Italian artist whose practice spans a wide range of media, including photography, video, sound, performance, installation, and drawing. Through these languages, she transforms simple human actions into moments capable of revealing fragments of collective history.
Her work consistently explores memory as a means of articulating the present and examines labor as an assertion of participation in the social sphere.
Over the past three decades, Migliora has investigated the human dynamics underlying the capitalist paradoxes of industrial production — viewed as an extractive and divisive force within communities. Throughout her practice, she has sought to reimagine a more communal collective imagery, giving voice to minorities and their concerns, and overturning social and political contradictions through diverse visual strategies that place the viewer’s active engagement at the center.
In recent years, her works have embraced a multispecies perspective, incorporating animal and plant viewpoints to foster new and necessary ways of seeing in the age of global climate crisis.
_
cctm Villa Strobele