centro cultural tina modotti caracas Ammazziamo ciò che amiamo
Destino di Rosario Castellanos (Messico/Israele, 1925-1974)
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Ammazziamo ciò che amiamo. Il resto
non è stato vivo mai.
Nessuno è così vicino. A nessun altro ferisce
una dimenticanza, un’assenza, a volte meno.
Ammazziamo ciò che amiamo. Che finisca quest’asfissia
di respirare con un polmone estraneo!
L’aria non basta
per entrambi. E non basta la terra
per corpi uniti
e la razione di speranza è poca
e il dolore non si può condividere.
L’uomo è un animale di solitudini,
cervo con una freccia nel fianco
che fugge e si dissangua.
Ah, ma l’odio, la sua fissità insonne
da pupille di vetro; il suo atteggiamento
che è in una volta riposo e minaccia.
Il cervo va a bere e nell’acqua appare
il riflesso della tigre.
Il cervo beve l’acqua e l’immagine. Si fa
-prima che lo divorino- (complice affascinato)
uguale al suo nemico.
Diamo la vita solo a quello che odiamo.
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Destino de Rosario Castellanos (México/Israel, 1925-1974)
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Matamos lo que amamos. Lo demás
no ha estado vivo nunca.
Ninguno está tan cerca. A ningún otro hiere
un olvido, una ausencia, a veces menos.
Matamos lo que amamos. ¡Que cese esta asfixia
de respirar con un pulmón ajeno!
El aire no es bastante
para los dos. Y no basta la tierra
para los cuerpos juntos
y la ración de la esperanza es poca
y el dolor no se puede compartir.
El hombre es animal de soledades,
ciervo con una flecha en el ijar
que huye y se desangra.
Ah, pero el odio, su fijeza insomne
de pupilas de vidrio; su actitud
que es a la vez reposo y amenaza.
El ciervo va a beber y en el agua aparece
el reflejo del tigre.
El ciervo bebe el agua y la imagen. Se vuelve
-antes que lo devoren- (cómplice, fascinado)
igual a su enemigo.
Damos la vida sólo a lo que odiamos.
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Traduzione: cctm
Foto: Rosario Castellanos
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