collettivo culturale tuttomondo Patrizia Cavalli poesia
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Vita meravigliosa
sempre mi meravigli
che pure senza figli
mi resti sempre sposa.
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Foto: Patrizia Cavalli
di Sara De Simone per il Manifesto del 13/09/2020
Ad aprire il nuovo, e così atteso, libro di poesie di Patrizia Cavalli (Vita Meravigliosa, Einaudi, pp. 128, euro 11) c’è un epigramma di settenari perfetti, un piccolo inno indirizzato alla vita, grato e pungente: «Vita meravigliosa/ sempre mi meravigli/ che pure senza figli/ mi resti ancora sposa». Sono versi che la poeta – così vuole essere chiamata, così la chiamò Elsa Morante negli anni ’70, quando scoprì il suo talento – appone come dedica alla vita che non l’abbandona, e forse anche come invocazione, perché l’unione, complice, continui.
Dall’ esordio del 1974 ad oggi, sono molte le forme in cui Patrizia Cavalli ci ha abituati a conoscere e riconoscere la vita meravigliosa dentro i suoi versi. La vita della natura, anzitutto: pochi altri poeti contemporanei sono stati in grado di raccontare come lei – con tanta ossessione meteorologica, e dunque tanta precisa competenza – le minime variazioni della luce e del cielo, i cambi di stagione, le architetture mutevoli del paesaggio. D’altra parte, rara e preziosa si è sempre dimostrata anche la sua capacità di descrivere gli interni: case, stanze, stanzette, con una speciale attenzione alla vita degli oggetti, protagonisti noncuranti eppure assidui interlocutori, trattati ora con stizza per la loro ottusa evidenza fenomenica – «Ah smetti sedia di esser così sedia!», scriveva in una raccolta del ’92 – ora con gratitudine per il conforto e la protezione che, domestici e consueti, sanno offrire.
Ancora l’abbiamo letta e riconosciuta, questa vita meravigliosa, nelle sue poesie d’amore in cui – più scientifica che sentimentale – Cavalli ci ha messo ripetutamente di fronte ai misteri del cuore … continua a leggere
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