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Juan Antonio Correa (Uruguay)
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Avevano una guerriglia da orafo
su uno scrittoio di echi al futuro,
un’alchimia nel quotidiano delle loro mani
con esposizioni foderate di sangue,
godevano dell’assalto della paura per aver creduto
nell’ora più vergine di fronte alla verità
non convenivano sulle frontiere e praticavano scuole di frescura,
non permettevano d’esaurire la fame del compromesso,
maturavano il rogo impresso dell’impronta
in cui ciò che è comune fosse la vena aperta di tutti
e rendevano l’alito e il battito, il caudale
che fa a scherma con la sonorità della speranza.
Li trascinarono verso il silenzio,
nascosero loro identità e orizzonte,
li massacrarono senza opzione al volo,
giustiziarono loro la virtù del passo in avanti
e vollero lasciarli rei dell’oblio
ma non hanno potuto vincere il seme.
Juan Antonio Correa (Uruguay)
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Tenían una guerrilla de orfebre
sobre un pupitre de ecos al futuro,
una alquimia en el diario de sus manos
con exposiciones forradas de sangre,
gozaban del asalto al miedo por creer
en la hora más virgen de cara a la verdad
no asentían fronteras y practicaban escuelas de frescura,
no se permitían agotar el hambre del compromiso,
maduraban la hoguera impresa de la huella
donde lo común fuera la vena abierta de todos
y hacían del aliento y del latido, el caudal
que esgrime la sonoridad de la esperanza.
Los arrastraron al silencio,
les escondieron la identidad y el horizonte,
los masacraron sin opción al vuelo,
les ejecutaron la virtud del paso adelante
y quisieron dejarlos convictos del olvido
pero no pudieron vencer la semilla.
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Traduzione: Lucia Cupertino
Foto: copertina libro
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