collettivo culturale tuttomondo Fernanda Romagnoli (Italia)
Il tredicesimo inviato di Fernanda Romagnoli (Roma, 1916 – Roma, 1986)
Grazie – ma qui che aspetto?
Io qui non mi trovo. Io fra voi
sto come il tredicesimo invitato,
per cui viene aggiunto un panchetto
e mangia nel piatto scompagnato.
E fra tutti che parlano – lui ascolta.
Fra tante risa – cerca di sorridere.
Inetto, benché arda,
a sostenere quel peso di splendori,
si sente grato se alcuno casualmente
lo guarda. Quando in cuore
si smarrisce atterrito «Sto per piangere!»
E all’improvviso capisce
che siede un’ombra al suo posto:
che – entrando – lui è rimasto chiuso fuori.
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da Il tredicesimo invitato e altre poesie, Scheiwiller, 2003
foto: Francesca Woodman, particolare, fair use
Donatella Bisutti curatrice del libro postumo Il tredicesimo invitato e altre poesie, Scheiwiller, (2003) descrive così la poesia di Fernanda Romagnoli:
“è una poesia dell’anima, dello spirito, dell’energia incontenibile dello spirito. Lo spirito di Fernanda Romagnoli era stato messo in gabbia, per il dolore ha cantato, ma alla fine non ha retto e non riuscendo a spezzare le sbarre per il troppo smarrimento di mettere se stesso contro se stesso, si è spento. Ed è sopravvenuto il silenzio. L’estrema punizione. Forse lo spirito di Fernanda ha ancora bisogno di placarsi e non riesce a farlo. Forse è ancora alla ricerca di un perdono. Forse si aggira come Catherine si aggirava nella brughiera di Cime Tempestose. Forse se il suo spirito trovasse pace, forse se potesse perdonare se stesso anche al di là della morte, allora cambierebbe anche la fortuna editoriale di Fernanda Romagnoli e la sua poesia avrebbe finalmente il riconoscimento pieno, splendente, che si merita.
Fernanda Romagnoli (Roma, 5 novembre 1916 – Roma, 9 giugno 1986) è stata una poetessa italiana.
Oggi l’opera di Fernanda Romagnoli sta tornando alla ribalta tramite nuovi studi che ne ripercorrono la produzione poetica. In particolare in un’intervista del 1991 il poeta Attilio Bertolucci dichiarava: «Preferisco non fare nomi. O forse potrei limitarmi a due donne di sicuro valore: Alda Merini e Amelia Rosselli, cui vorrei aggiungere Fernanda Romagnoli che è una poetessa che è morta e non ha ancora avuto quello che merita». Il numero monografico n.161 di “Nuova Corrente” (2018), con scritti inediti, propone una rilettura globale della poesia di Fernanda Romagnoli e offre strumenti critici di conoscenza e approfondimento dei suoi versi.
La poeta Alida Airaghi scrive su Il Pickwick che uno dei temi costanti della poesia di Fernanda Romagnoli è il distacco: “L’arte di perdere” di cui parlava Elizabeth Bishop, diventa in lei quasi un dovere morale, un’abitudine da assumere per evitare l’ansia del possesso, e per imparare ad accettare la rinuncia, e l’addio ‒ più o meno definitivo ‒ da chi si ama. La morte, quindi, come mistero impenetrabile e inaccettabile, conclusione crudele di un ciclo vitale negli esseri animati e inanimati (fonte Wikipedia)