collettivo culturale tuttomodo Antonia Ponti Suardi Campionario di bottoni
La contessa Antonia Ponti Suardi (1860 -1938) è stata una nobildonna italiana, una delle principali sostenitrici delle Industrie Femminili Italiane (1903) che trascorse una vita d’impegno nella ricerca e nella divulgazione delle raffinate arti del ricamo e del merletto.
Attraverso l’insegnamento di questi antichi mestieri, la sua scuola mirava a incoraggiare una nuova prospettiva di emancipazione sociale per le donne. Allo stesso tempo, la scuola manteneva vive le tecniche tradizionali che rischiavano di scomparire con l’aumento della popolarità della meccanizzazione.
La collezione Suardi conta in totale oltre 1.500 manufatti prodotti tra il XVI ed il XVIII secolo ed è stata oggetto di un complesso progetto conservativo durato circa tre anni, coordinato dal Museo del Tessuto e affidato al Laboratorio Tela di Penelope.
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La condesa Antonia Ponti Suardi (1860-1938) fue una noble italiana, una de las principales partidarias de las Industrias Italianas de las mujeres (1903), que pasó una vida ocupada en la investigación y la promoción de las artes refinadas de bordados y encajes.
La colección de Suardi cuenta con un total de más de 1.500 productos fabricados entre los siglos XVI y XVIII y ha sido objeto de un proyecto de conservación de aproximadamente tres años, coordinado por el Museo de la Tela y encargado al Laboratorio de Tela Penélope.
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foto: collezione Suardi, Campionario di bottoni
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Italia, sec. XX, primo quarto
Bottoni fasciati con punti vari di ricamo
Il Consorzio Artigiano Tela di Penelope è una ditta specializzata nel restauro e nella conservazione di tessili in tutte le loro declinazioni.
Il Consorzio è composto da restauratrici professioniste diplomate in Restauro Tessile presso la Scuola di Alta Formazione e di Studio dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.
Il Laboratorio di restauro si trova all’interno dei locali del Museo del Tessuto nell’ex-cimatoria Campolmi, importante edificio di archeologia industriale nel cuore di Prato.
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