collettivo culturale tuttomondo Angelo Maria Ripellino (Italia)
…vorrei vivere nella tua voce, nei tuoi gesti, nei tuoi occhi
anche quando mi avrai dimenticato.
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Angelo Maria Ripellino
frammento da Notizie dal diluvio, Einaudi, 1969
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Photo by JORGE LOPEZ on Unsplash
Angelo Maria Ripellino (Palermo 1923 – Roma 1978), fu ordinario di Lingua e Letteratura Russa all’Università di Roma.
È stato il primo a presentare in Italia le poesie di Pasternak ed ha tradotto Majakovskij, Čapek, Hašek, Hrabal. Tra le sue opere nel catalogo Einaudi ricordiamo: Majakovskij e il teatro russo d’avanguardia; Il trucco e l’anima; Poesie di Chlebnikov; Notizie dal diluvio; Sinfonietta; Storie del bosco boemo; Lo splendido violino verde; Saggi in forma di ballate; Poesie.
Illustre slavista, critico teatrale dell’ Espresso, autore di prose tra il romanzo e il saggio, Angelo Maria Ripellino poeta esige una considerazione che, pur non potendo prescindere da questa sua varia attività, penetri in profondità le caratteristiche peculiari della sua originale elaborazione di significanti e significati.
Del resto se, come appare ovvio, non possono mancare punti di contatto tra il saggista e il poeta, è poi anche vero che può esserci una sorta di antagonismo: ” Per anni e anni ho scritto e stracciato poesie, vergognandomi di scrivere. Il mio mestiere di slavista, la mia etichetta depositata mi relegarono sempre in una precisa dimensione, in un ranch, da cui m’era rigorosamente vietato di evadere“.
Slavista! Era il grido canzonatorio che secondo Angelo Maria Ripellino accompagnava immaginariamente la sua poliedrica attività di traduttore, saggista, critico, giornalista e scrittore. Un epiteto talmente ricorrente che lo stesso Ripellino ne fece l’epanalessi di un’ironica poesia contenuta nella raccolta Notizie dal diluvio (Einaudi, 1969).
Allievo, anzi “adepto”, di Ettore Lo Gatto nelle riservatissime lezioni di letteratura slava presso l’Università di Roma negli anni della guerra, Ripellino – già ammalato di tubercolosi – si laurea proprio nel 1945 con una tesi sulla poesia russa del Novecento. Tesi che anni dopo diverrà una vera e propria antologia pubblicata da Feltrinelli (1960) e farà da guida ai crescenti studiosi di Puškin e Majakovskij.