collettivo culturale tuttomondo Alejandra Pizarnik Sono donna
Sono donna.
E un viscerale tepore mi avvolge quando il mondo mi colpisce.
E’ il tepore delle altre donne, di coloro che hanno fatto della vita questo angolo sensibile, combattivo, dalla pelle morbida e dal tenero cuore guerriero.
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Soy mujer.
Y un entrañable calor me abriga cuando el mundo me golpea.
Es el calor de las otras mujeres, de aquellas que hicieron de la vida este rincón sensible, luchador, de piel suave y corazón guerrero.
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Alejandra Pizarnik
dipinto: Ingrid Tusell Domingo
Alejandra Pizarnik (Buenos Aires, 1936 – Buenos Aires, 1972) è stata una poetessa argentina. Muore suicida il 25 settembre 1972, per un’overdose di seconal. Dopo la sua morte, lo scrittore argentino Julio Cortázar le dedicò la poesia Aquí Alejandra.
Alejandra Pizarnik, una delle voci più intense e originali del Novecento argentino, ha suscitato interesse e adesioni appassionate, ma anche vivaci polemiche: forse perché incarna uno spirito libero in tutti i sensi e il concetto di libertà stesso custodisce semi di discordia.
Le sue opere testimoniano con efficacia le varianti stilistiche dell’autrice, che raccoglie talvolta in brevissime liriche un’unica metafora che segnala il contrasto tra la spavalderia del mondo esteriore e un’intimità ferita: «Scrivere una poesia – dice Alejandra – è riparare la ferita fondamentale, lo squarcio». Oppure sceglie il poème en prose, o la sentenza, o la pagina di diario. «Parlo come si parla in me. Non la mia voce che si ostina ad assomigliare a una voce umana ma l’altra voce che attesta che non ho smesso di abitare nel bosco».
Questa giovane donna ospita in sé un immenso abisso, come un fiore del male dalle radici piantate nel vuoto.
Un vuoto fatto di inquietudine, disagio e consapevolezza che tenta di placare attraverso una passione quasi ossessiva per la lettura e per la scrittura. (by Giò Piccolo)
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